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Diritto penale sessuale, eliminate tutte le divergenze

Il Consiglio nazionale si è allineato agli Stati sull'ultimo punto ancora in sospeso, che concerneva la pratica del cibergroomig, ossia l'adescamento di fanciulli da parte di una persona adulta
Bienne, 7 Giugno 2023 - Il Parlamento ha terminato l'esame della revisione del diritto penale in materia sessuale. Oggi il Consiglio nazionale si è allineato agli Stati sull'ultimo punto ancora in sospeso, che concerneva la pratica del cibergroomig, ossia l'adescamento di fanciulli da parte di una persona adulta. Stando ai "senatori", le norme attuali sono sufficienti per contrastare questo fenomeno. Decisione, questa, fatta sua anche dal Nazionale.
Nelle precedenti sedute le due Camere si erano già messe d'accordo sul punto centrale della riforma, ossi la ridefinizione della definizione di stupro. Ad opporsi c'erano due visioni, quella del "no significa no" e quella del "solo sì significa sì". La prima era difesa dal Consiglio degli Stati, la seconda dal Nazionale. Durante le discussioni le due Camere avevano poi approvato una proposta di compromesso definita dalla consigliera agli Stati Lisa Mazzone (Verdi/GE) "no significa no, plus". Concretamente, nel Codice penale verrà considerato anche lo stato di shock, o cosiddetto "freezing". In questo modo si tiene conto anche dei casi di aggressione sessuale o di violenza carnale in cui la vittima si trova in uno stato di immobilità tonica.
Nella riforma viene anche ampliata la definizione di "violenza carnale" - così viene chiamato lo stupro nel codice penale, ndr. introducendo il principio più generico di "penetrazione corporale". Attualmente solo la penetrazione vaginale è considerata "violenza carnale". Il sesso anale e orale imposto è considerato ai sensi del Codice penale "coazione sessuale", un reato che prevede pene inferiori. Per quel che concerne le sanzioni, per il reato di "violenza carnale" non sarà più possibile infliggere pene pecuniarie. Il progetto introduce poi una graduazione della gravità del reato: senza coercizione (fino a 5 anni di detenzione), con coercizione (da due a 10 anni) e agendo con crudeltà o con l'uso di armi pericolose (minimo tre anni).
La riforma introduce anche un articolo specifico per punire la "pornovendetta", vale a dire la diffusione di foto o video fatti di comune accordo durante una relazione. In pratica, come recita il nuovo articolo del CP (179 undecies), chiunque trasmetta a terzi contenuti sessuali non pubblici sotto forma di scritti, registrazioni sonore o visive, immagini, oggetti o rappresentazioni senza il consenso della persona che vi è riconoscibile, è punito, su querela di parte, con una pena pecuniaria. Se l'autore ha reso pubblici i contenuti, la sanzione è una pena detentiva sino a un anno o una pena pecuniaria.
Nuovo calo del tasso di disoccupazione nazionale

A maggio, rispetto al mese precedente, la flessione è stata dello 0,1%: dal 2,0% all'1,9%
Bienne, 7 Giugno 2023 - Il tasso di disoccupazione si è attestato all'1,9% in maggio, dopo il 2,0% di aprile. Alla fine dello scorso mese negli uffici regionali di collocamento erano iscritte 88'076 persone, 2'458 in meno rispetto al mese precedente. Nel confronto con lo stesso mese dell'anno scorso, il numero di disoccupati è sceso di 9'928 unità (-10,1%), comunica la Segreteria di Stato dell'economia in una nota.
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è diminuito – su base mensile – di 169 unità (-2,2%) a 7'557, ciò che corrisponde a 533 persone in meno (-6,6%) rispetto allo stesso mese del 2022. Il relativo tasso è sceso all'1,7%. I disoccupati di 50-64 anni sono invece calati di 903 unità (-3,3%), attestandosi a 26'146. In confronto allo stesso mese dell'anno precedente si tratta di una flessione di 4'845 persone (-15,6%). Il tasso è all'1,9%. Tra le donne il tasso di disoccupazione è sceso all'1,8% e per gli uomini al 2,0%, mentre per gli svizzeri risulta un tasso dell'1,3% e per gli stranieri del 3,5%.
Condannato a Bienne l'"uzi-killer" per omicidio e tentato omicidio

24 anni dopo il brutale omicidio, il verdetto di primo grado è stato annunciato all'Amthaus di Bienne
Bienne, 6 Giugno 2023 - Un 65enne della Macedonia del Nord è stato oggi, martedì, condannato dal tribunale distrettuale di Bienne (BE) a 18 anni e 3 mesi di prigione. Il tribunale di prima istanza lo ha ritenuto colpevole di omicidio e tentato omicidio in relazione a fatti avvenuti nel 1999 nel quartiere Mett di Bienne. Per anni è stato un caso irrisolto quello di una brutale rapina a mano armata perpetrata ai danni di una famiglia nel giugno del 1999. Tre malfattori erano entrati in un'abitazione e avevano legato i genitori e il figlio più giovane – allora 14enne – con del nastro adesivo.
Al loro rientro dopo un'uscita, gli altri due figli – ai tempi di 22 e 23 anni – avevano bussato alla porta di casa, insolitamente chiusa, e la situazione era degenerata repentinamente: uno dei criminali aveva infatti reagito sparando al 22enne con una pistola mitragliatrice Uzi, come riferito dai media in passato, provocandone il decesso. Il fratello di 23 anni era invece riuscito a fuggire.
L'omicida trovato per una coincidenza
Al contrario dei suoi complici, tuttora ignoti, il nord-macedone era finito nei radar degli investigatori solamente nel 2015, per una coincidenza: il gerente di un chiosco a Berna aveva infatti denunciato un'effrazione nel suo esercizio e la polizia, una volta rilevate le tracce del DNA del presunto autore del gesto, ha constatato una corrispondenza con quelle registrate in occasione degli episodi di Bienne.
Il 65enne aveva sempre negato di essere coinvolto nel tragico episodio del 1999 e il suo avvocato difensore ne aveva chiesto l'assoluzione, sostenendo che l'analisi del DNA fosse incerta.
Dal canto suo, la procura, invece riteneva inconfutabile il coinvolgimento dell'uomo nell'aggressione e aveva chiesto una pena detentiva di 18 anni. I retroscena della vicenda sono ancora poco chiari: in una sentenza emessa dal Tribunale federale nel 2022, che si appellava alle inchieste svolte fino a quel momento, si ipotizzava il possibile coinvolgimento di due dei figli della famiglia-vittima in un traffico di armi con alcuni allora attivisti dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UCK).
Premi di cassa malati su in media del 6%, secondo Comparis

Per molti assicurati l’incremento potrebbe essere del 10%. La causa: l’assenza di margini di liquidità dopo la riduzione ‘forzata’ delle riserve
Bienne, 6 Giugno 2023 - Si moltiplicano le previsioni pessimistiche sui premi di cassa malati per il 2024. I premi dell’assicurazione malattia di base aumenteranno in media del 6% il prossimo anno. Ad affermarlo è Felix Schneuwly, esperto del servizio di confronto internet Comparis. Per molti assicurati la fattura potrebbe lievitare del 10% a causa della riduzione delle riserve imposta dalla politica, ha aggiunto. Quest’anno il rincaro medio nazionale è stato del 6,6%, di gran lunga superiore alla media pluriennale. In Ticino è andata ancora peggio: +9,2%.
Secondo Schneuwly senza il ridimensionamento delle riserve “i premi negli ultimi anni sarebbero saliti solo di circa il 2,5% all’anno per persona e attualmente continuerebbero a crescere a questo ritmo”. Basandosi sulle previsioni di Comparis e del Centro di ricerca congiunturale (Kof) del Politecnico Federale di Zurigo, l’esperto stima la crescita complessiva della spesa sanitaria in Svizzera al 2,9% per il 2022. Per il 2023 e il 2024 è previsto un incremento del 3,6% e del 3,1%. La crescita dei costi rilevanti per i premi di cassa malati nell’anno in corso rispetto al 2022 è invece del 3,4%.
Senza il ‘cuscinetto’
Le fluttuazioni eccezionali dei costi tra il 2021 e il 2023 possono essere spiegate solo in parte con la pandemia e non possono essere utilizzate tali e quali per avanzare previsioni, afferma Schneuwly. Il maggiore incremento delle spese – a suo avviso – è causato “dall’elevata burocrazia, dai farmaci economici non disponibili, da un ricorso più frequente alla psicoterapia, dall’attuazione dell’iniziativa per l’assistenza infermieristica e da un maggior numero di persone insicure che si sottopongono a esami per disturbi diffusi”.
Per evitare che ogni oscillazione dei costi porti a una fluttuazione dei premi, le casse malati hanno bisogno di un cuscinetto di riserve superiore al minimo legale, afferma l’esperto. “L’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha costretto le casse malati a ridurre le riserve. Ecco perché molte non hanno più margini di liquidità per far fronte alle attuali oscillazioni dei costi”. Per questa ragione molti assicurati potrebbero quindi vedersi nuovamente aumentati i premi di oltre il 10% nel 2024.
Aumento della burocrazia
“L’enfasi sul controllo dei costi nella politica sanitaria a livello federale a Berna causerà più danni che benefici”, avverte Schneuwly. Secondo lui, i limiti imposti sulla concessione delle licenze ai medici e il progetto sul rafforzamento della qualità non porteranno quasi mai a risparmi, ma solo a un aumento della burocrazia. L’esperto di Comparis sostiene che sulle riforme della legge sull’assicurazione malattie il Parlamento dovrebbe rallentare, invece di accelerare, e valutare attentamente l’impatto delle possibili modifiche.
Le previsioni di Comparis non sorprendono più di tanto. A fine aprile il presidente della Confederazione Alain Berset aveva prospettato un aumento dei premi oltre la media. Il 25 maggio l’Ufsp ha confermato: dopo un +2,6% nel 2022, nel primo trimestre di quest’anno i costi sono cresciuti del 7%. E l’evoluzione «dei premi segue quella dei costi», ha ricordato Thomas Christen.
Negli anni passati, ha spiegato il direttore supplente dell’Ufsp, gli assicuratori avevano potuto contenere il rialzo dei premi grazie alle riserve esistenti. Ora però questo non sarà più possibile. «Non c’è spazio per ammortizzare». La ragione è che le casse hanno dovuto attingere alle riserve a causa delle elevate perdite subite lo scorso anno. Attualmente, ci sono ancora 8,5 miliardi di franchi disponibili. Un dato non allarmante, che tuttavia limita fortemente il margine di manovra.
Richiedenti asilo respinti dalla Svizzera: "La pressione sull'Italia va mantenuta"

È quanto chiede una mozione di Damian Müller (PLR/LU) approvata dal Consiglio degli Stati per 23 voti a 14 e 5 astenuti: "L'Italia deve rispettare gli accordi di Dublino e riprendersi i migranti già registrati nella Penisola"
Bienne, 5 Giugno 2023 - La pressione sull'Italia va mantenuta, intervenendo a Bruxelles, affinché rispetti gli accordi di Dublino e si riprenda i richiedenti asilo respinti dalla Svizzera già registrati nella Penisola. È quanto chiede una mozione di Damian Müller (PLR/LU) approvata oggi dal Consiglio degli Stati per 23 voti a 14 e 5 astenuti. Il dossier va al Nazionale. Per Müller, la Svizzera deve intervenire a livello europeo affinché si ponga fine a una situazione inaccettabile in seguito alla decisione unilaterale dell'Italia di sospendere gli accordi di Dublino a causa del forte afflusso di migranti negli ultimi mesi, ha spiegato il "senatore" lucernese.
Roma deve sapere che dietro il Consiglio federale c'è anche il Parlamento che giudica questa situazione insostenibile, specie per cantoni e comuni già alle prese con problemi per dare a tutti i migranti un alloggio, per non parlare dei costi in forte crescita. A detta di Marco Chiesa (UDC/TI), questa pressione sull'Italia è tanto più necessaria ora se si pensa al futuro che ci attende, con un'Europa ormai incapace di difendere le proprie frontiere esterne. L'attuale sistema, insomma, va riformato. La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, spalleggiata dai "senatori" Hans Stöckli (PS/BE) e Carlo Sommaruga (PS/GE), ha affermato di condividere le preoccupazioni di Müller quanto al mancato rispetto di Dublino dopo che l'Italia ha promulgato la situazione di emergenza a fronte del massiccio afflusso di migranti.
Tuttavia ha fatto presente di essere già intervenuta a Bruxelles - e a Roma la settimana scorsa - assieme ad altri Paesi per rendere attenta la Commissione europea della situazione. Il recente viaggio a Roma è servito anche per parlare del problema con la controparte italiana che ha assicurato che sta facendo il possibile per risolvere il problema dell'accoglienza e della migrazione illegale, intrattenendo anche contatti con la Tunisia, paese da dove partono molti migranti che approdano sulle coste italiane.
La "ministra" di giustizia e polizia ha tuttavia ribadito di provare comprensione per l'Italia alla luce anche delle difficoltà di controllare l'estesa frontiera marittima di questo Paese. Quanto al riavvio dei trasferimenti, Baume-Schneider ha detto di non poter fornire una data esatta: la settimana scorsa, il ministro italiano dell'Interno, Matteo Piantedosi, aveva assicurato che ci sarebbe voluto ancora qualche mese prima di riavviare il sistema dei trasferimenti, il tempo necessario per risolvere il problema legato alle capacità di accoglienza dimostratesi insufficienti.
Legge anti-burqa, primi passi: proposte multe fino a 1'000 franchi

Il Consiglio degli Stati ha approvato il primo progetto di legge che applica l'iniziativa a livello federale prevedendo sanzioni ed eccezioni
Bienne, 5 Giugno 2023 - In Svizzera dovrebbe essere illegale nascondersi il volto in pubblico: i trasgressori rischiano fino a mille franchi di multa. È quanto prevede un progetto di legge approvato oggi dal Consiglio degli Stati con 36 voti a 8 che realizza l'iniziativa anti-burqa a livello federale. Il Consiglio nazionale deve ancora pronunciarsi. La Camera dei Cantoni aveva già trattato il progetto di legge lo scorso marzo, decidendo infine di entrare in materia su proposta di Marco Chiesa.
I "senatori" avevano finito col preferire, come chiedeva il presidente dei democentristi, una legge federale piuttosto che lasciare ai Cantoni la possibilità di regolamentare eccezioni e multe. Oggi il plenum ha quindi discusso dei particolari della legge preparata dal Consiglio federale, approvandola senza apportarvi modifiche. Il progetto dell'esecutivo vieta di nascondere il volto in pubblico: occhi, naso e bocca devono essere visibili in tutti gli spazi pubblici o privati accessibili. I trasgressori potrebbero venir puniti con una multa fino a mille franchi. Eccezioni sono previste per chi viaggia in aereo, per le sedi diplomatiche o i luoghi di culto.
Sono previste eccezioni anche per le manifestazioni, a determinate condizioni e se le autorità lo consentono. La posta in gioco è la libertà di opinione e di manifestazione secondo la Camera dei Cantoni. La sinistra avrebbe voluto autorizzare la dissimulazione del volto quando "altri interessi legittimi" lo giustificano. Hans Stöckli, del Ps bernese, ha fatto notare che il Canton Berna ha già introdotto tale regolamento senza problemi. A suo avviso, aumenterebbe la certezza del diritto. Tuttavia, la formulazione – poi bocciata per 29 voti a 12 – è stata considerata troppo vaga e di difficile applicazione.
La Costituzione compie 175 anni

Per l'occasione la zecca federale emetterà una moneta commemorativa. Karin Keller-Sutter: ‘La prima Costituzione federale è stata un colpo di genio’. Foto: Biblioteca Burger di Berna
Bienne, 5 Giugno 2023 -La zecca federale Swissmint emetterà una moneta commemorativa in occasione del 175° anniversario della Costituzione federale svizzera. Presentato ufficialmente oggi dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter, il disco di metallo realizzato dall'artista solettese Peter Salzmann sarà acquistabile durante le celebrazioni che si terranno il 1° e il 2 luglio 2023 a Berna.
La responsabile del Dipartimento federale delle finanze ha sottolineato la straordinaria importanza della prima Costituzione federale per la Svizzera: "Nel corso di 175 anni anche la Costituzione si è evoluta con i cambiamenti della nostra società. Ma la prima Costituzione federale è stata un vero e proprio colpo di genio: con essa i nostri antenati hanno creato in brevissimo tempo una base istituzionale per la Svizzera moderna che è ancora oggi stabile".
Sulla faccia principale della moneta è riprodotto in maniera simbolica il preambolo della Costituzione federale, mentre sul rovescio sono raffigurati due angeli che reggono la bandiera svizzera. Considerato il dibattito concernente il riferimento religioso nella Costituzione federale, Salzmann ha preferito togliere le ali a uno degli angeli. La moneta sarà in due versioni: quella d'argento avrà un valore nominale di 20 franchi e sarà disponibile con una tiratura di 10mila pezzi, mentre quella d'oro, di cui verranno coniati 5’000 pezzi, avrà un valore di 50 franchi.
La Chiesa vede ancora le donne come persone di seconda classe’

La Chiesa e le donne: una questione ancora tutta aperta
Bienne, 4 Giugno 2023 - Karin Iten, responsabile della prevenzione in materia di integrità spirituale, mentale e fisica della Diocesi di Coira, critica l'immagine che la Chiesa cattolica ha delle donne e la sua morale sessuale. "La Chiesa vede ancora le donne come persone di seconda classe", afferma Iten in un'intervista pubblicata dal SonntagsBlick. All'interno dell'organizzazione solo gli uomini possono diventare diaconi e sacerdoti, raggiungendo quindi posizioni di potere.
L'esperta – che è in carica dal 2020 e che ha rassegnato le dimissioni per la fine di agosto: è notizia della settimana scorsa – critica la cultura della Chiesa in materia di sesso: "Gli ideali e la realtà sono molto distanti: negli ultimi tre anni ho visto molta ipocrisia e menzogna. Non credo che nemmeno i vescovi sostengano la morale sessuale cattolica, perché ci sono troppe cose che non vanno bene: ma non sono pronti ad ammettere gli errori e i vicoli ciechi della morale sessuale e della loro Chiesa".
Secondo l'intervistata così facendo gli alti prelati accettano che l'organizzazione ecclesiastica diventi non più credibile. "I vescovi potrebbero essere molto più coraggiosi in Svizzera", aggiunge. Malgrado i casi di abusi sessuali, non tutte le Diocesi elvetiche hanno i propri responsabili della prevenzione: "Ufficialmente la prevenzione è importante per tutti. Ma alcune sessioni di formazione non sono sufficienti. Il vero lavoro di prevenzione è molto scomodo e non tutti i vescovi svizzeri hanno voglia di svolgerlo".
Secondo Iten la Chiesa cattolica non può andare avanti così: "Il crollo è troppo avanzato: la Chiesa deve fare di tutto per evitare di diventare una setta". Non basta però fare rotolare qualche testa. "Finché il sistema non cambia e le persone vengono semplicemente sostituite, tutto rimarrà uguale", conclude la specialista che in futuro lavorerà per un'organizzazione di protezione dei minori nel settore dell'asilo.
Lo sciopero delle donne scatta fra dieci giorni

Il 14 giugno in primo piano la situazione sul posto di lavoro, la parità salariale e la violenza di genere
Bienne, 4 Giugno 2023 - È in programma fra dieci giorni, il 14 giugno, il cosiddetto sciopero delle donne: sindacati, collettivi vari nonché partiti quali il Ps e i Verdi stanno in questi giorni mobilitando la base femminile affinché scenda in piazza contro la disuguaglianza salariale e a favore di maggiori garanzie contro violenze e discriminazioni.
Quel giorno sono previste azioni in tutte le principali città e in molte aziende. La maggior parte delle manifestazioni si svolgerà verso sera.
I sindacati mettono in primo piano la situazione sul posto di lavoro. "Durante la pandemia, tutti abbiamo dimostrato solidarietà con i lavoratori nei campi della cura, delle vendite e delle pulizie: eppure le donne devono ancora fare i conti con salari più bassi, pensioni ridotte, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata, violenza e discriminazione", ha affermato in vista dell'evento Aude Spang, copresidente della commissione donne dell'Unione sindacale svizzera.
Da parte sua la federazione sindacale Travailsuisse ha sostenuto in una conferenza stampa che la quota non spiegabile delle differenze di stipendio tra i sessi in Svizzera è in media dell'8-9%. Per le donne ciò equivale a una perdita di reddito di 9'400 franchi all'anno, ipotizzando un salario medio. Buste paga più pesanti, minore tempo di lavoro e rispetto sarà quanto chiederanno le lavoratrici di molte aziende.
Oltre alla questione della parità salariale, "sono necessarie misure sistematiche a livello nazionale per affrontare la violenza di genere, sessuale e domestica", osserva la consigliera nazionale Sibel Arslan (Verdi), coordinatrice della rete delle donne ecologiste. Inoltre, diversi gruppi chiedono una maggiore tolleranza in vari ambiti: è il caso di associazioni di trans, intersessuali e non binari, stando a una dichiarazione dei collettivi femministi.
L'orientamento di quest'anno dello sciopero ha però anche suscitato critiche in seno alle stesse organizzazioni femminili. Business & Professional Women Switzerland ha parlato di un evento troppo di sinistra e anche l'Associazione delle donne contadine e rurali nonché la Federazione delle donne cattoliche saranno meno coinvolte quest'anno rispetto a quattro anni fa. All'ultimo sciopero delle donne svoltosi nel 2019 avevano partecipato – secondo le stime dei promotori – circa mezzo milione di donne.
Nelle ultime settimane rubati 537.000 franchi
Truffe telefoniche anche nel canton Berna

I malviventi si spacciano soprattutto per falsi poliziotti o parlano di gravi incidenti in realtà mai avvenuti
Bienne, 4 Giugno 2023 - Analogamente ad altre regioni svizzere, anche il canton Berna registra un forte aumento di segnalazioni di telefonate fraudolente, la maggior parte delle quali legate a truffe che mettono in campo a falsi poliziotti o diffondono l'annuncio di un inesistente grave incidente. Nelle ultime settimane questi raggiri hanno permesso ai malviventi di mettere le mani su 537.000 franchi in contanti o in gioielli, spiegano le forze dell'ordine in un comunicato diffuso venerdì. Nel mese di maggio sono stati registrati 170 tentativi di frode telefonica, 10 dei quali hanno avuto successo.
"Oltre al grande danno economico spesso le persone interessate sono confrontate con un enorme peso psicologico", scrive la polizia cantonale. "Colpisce anche il fatto che molte delle vittime affermino in seguito di essere a conoscenza del problema. A quanto sembra però gli autori riescono a mettere le loro vittime sotto pressione al telefono, tanto da spingerle a consegnare comunque il denaro". La polizia consiglia di discutere regolarmente del tema con i parenti. Anche i dipendenti degli istituti finanziari sono invitati ad aumentare la loro vigilanza.
Swisscom non aumenterà i prezzi prima di fine 2024

Ci saranno solo aumenti selettivi, ad esempio per i servizi aggiuntivi o per i pacchetti televisivi per lo sport
Bienne, 4 Giugno 2023 - I circa 3 milioni di clienti privati di Swisscom non vedranno aumentare le tariffe sino alla fine del 2024: lo ha annunciato il presidente della direzione del gruppo telecom Christoph Aeschlimann. "Riteniamo di poter compensare l'aumento dei costi attraverso un rigoroso risparmio", afferma il 46enne in un'intervista pubblicata dalla SonntagsZeitung. Il ritocco dell'imposta sul valore aggiunto, che sarà aumentata all'inizio del 2024, non sarà trasferito ai clienti privati.
La moratoria sui prezzi si applica alle attuali offerte di Blue Mobile, agli abbonamenti a internet, alla televisione e alla rete fissa, nonché a tutti marchi secondari e ai clienti con prodotti di servizio di base. Ci saranno solo aumenti selettivi, ad esempio per i servizi aggiuntivi o per i pacchetti televisivi per lo sport.
Stando alle stime del Ceo nell'anno in corso l'inflazione comporterà per l'azienda - quotata in borsa, ma di proprietà per il 51% delle Confederazione - costi aggiuntivi per circa 50 milioni di franchi. "I fattori determinanti sono i salari, le tariffe energetiche, nonché i prezzi di acquisto delle apparecchiature e dei materiali", spiega Aeschlimann. "Nel corso del prossimo anno analizzeremo la situazione e decideremo come procedere dopo il 2024".
Secondo il domenicale l'annuncio del congelamento tariffario di Swisscom giunge in qualche modo inaspettato, poiché il concorrente Sunrise ha fatto sapere che farà lievitare i suoi prezzi sino al 4% a partire da luglio, una mossa che è stata interpretata come un segnale di aumenti generalizzati nel settore delle elvetico delle telecomunicazioni.
In Svizzera la quota più alta di persone trans o gender fluid

Bienne, 3 Giugno 2023 - Il 6% della popolazione svizzera ritiene di essere transgender o gender fluid, cioè non si considera né maschio né femmina: è la quota più elevata registrata a livello internazionale da un sondaggio realizzato dall'istituto di ricerca Ipsos in 30 paesi. Subito dopo la Confederazione figura la Thailandia (5% di persone che non si identificano in alcun sesso), davanti a Italia, Germania, Spagna e Svezia (tutti al 4%).
Il 37% dei 1000 intervistati in Svizzera (22'500 in tutti i paesi presi in considerazione) ritiene che le persone transgender siano discriminate solo in minima parte o per nulla: il dato è superiore a quello di tutte le altre nazioni, la media è del 19%. Il 69% dei cittadini elvetici concorda sul fatto che le persone senza identità di genere debbano essere maggiormente tutelate dalle discriminazioni, sia sul lavoro che nella vita pubblica, mentre il 24% è contrario a una maggiore protezione.
Se si allarga lo spettro a tutto il cosmo LGBT+ (cioè si aggiungono gay, lesbiche, bisessuali, asessuali, ecc.) la quota elvetica sale al 13%, cosa che pone la repubblica di Guglielmo Tell in terza posizione dopo Brasile (+15%) e Spagna (13%). La media dei 30 paesi è 9%. Altro aspetto legato ai precedenti: in Svizzera, il 54% degli intervistati si è detto favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Riguardo all'adozione di bambino da parte di coppie omosessuali, il 58% è favorevole e il 35% contrario; a livello internazionale le rispettive percentuali sono 64% e 28%.
Caro-affitti: ‘Una notizia disastrosa per i più poveri’

A ciò si aggiunge, secondo Caritas, il rincaro dei prezzi dei generi alimentari e il forte aumento dei premi delle casse malati
Bienne, 2 Giugno 2023 - L'aumento del tasso di interesse di riferimento, che comporterà un aumento degli affitti, è una "notizia disastrosa per i più poveri", avverte Caritas, “che si aggiunge all'inflazione e al previsto forte aumento dei premi della cassa malattia”. Per una famiglia di quattro persone con due bambini piccoli, il cui precedente affitto era di 1'800 franchi, il costo aggiuntivo complessivo - dovuto dell'aumento del tasso di riferimento, dell'inflazione e delle spese accessorie - sarà di "136 franchi al mese solo per l'alloggio", ha dichiarato Andreas Lustenberger, membro della direzione di Caritas. A ciò si aggiungono il rincaro dei prezzi dei generi alimentari e il forte aumento dei premi della cassa malattia, puntualizza Lustenberger, facendo riferimento a un ulteriore significativo incremento di questi ultimi che è già all'orizzonte per l'anno prossimo. "Possiamo parlare di una crisi multipla per le persone a basso reddito".
La pandemia di Covid-19 aveva già dimostrato che un quinto degli svizzeri non disponeva nemmeno di 2'500 franchi di risparmi, continua Lustenberger. "Ora siamo a qualche crisi più in là e questo non può più essere tollerato". Nei primi tre mesi di quest'anno i negozi Caritas - che consentono alle persone in possesso di una tessera di acquistare beni di prima necessità a prezzi ridotti - hanno registrato un giro d'affari superiore del 40% rispetto a quello dello stesso periodo del 2022, indica Lustenberger. Quest'ultimo consiglia agli inquilini di verificare se un aumento dell'affitto è giustificato.
A breve termine Caritas propone "prestazioni integrative per le persone in situazioni precarie", afferma Lustenberger, ma a medio termine i politici "dovrebbero fare in modo che ci siano più alloggi a prezzi accessibili".
Tratta di esseri umani: 12 vittime identificate in Svizzera

In totale sono state identificate 1'400 presunte vittime in 44 Paesi tra cui una dozzina in undici cantoni elvetici
Bienne, 1º Giugno 2023 -Un'operazione internazionale contro il traffico organizzato di esseri umani condotta da Interpol, Frontex ed Europol ha portato all'arresto di 212 sospettati. In totale sono state identificate oltre 1'400 presunte vittime in 44 Paesi tra cui una dozzina in undici cantoni elvetici.
Prostituzione, lavoro forzato, accattonaggio, delinquenza e contrabbando: l'obiettivo dell'azione coordinata denominata "Global Chain", era quello di colpire gruppi criminali attivi in Africa, Asia, Sudamerica, Balcani e Ucraina, ha comunicato Interpol. L'operazione guidata da Austria e Romania ha coinvolto 130'000 ufficiali di polizia, funzionari di dogane e frontiere con interventi in 25'400 siti diversi e controlli su 1,6 milioni di persone ai posti di frontiera, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, secondo Interpol. In Bulgaria è stato arrestato un presunto terrorista ricercato dal 2015, è stato precisato.

Per le spese quotidiane, monete e banconote rappresentano ormai solo un terzo circa delle transazioni complessive degli svizzeri
Bienne, 1º Giugno 2023 - Il contante sta perdendo terreno come mezzo di pagamento in Svizzera, secondo le statistiche della Banca nazionale svizzera. Per le spese quotidiane, banconote e monete rappresentano solo un terzo (36%) delle transazioni. Il tasso di declino è però rallentato negli ultimi due anni, ha dichiarato oggi la Banca nazionale. Nel 2017, la quota del contante ha raggiunto il 70%, per poi scendere al 43% nel 2020. L'uso delle carte di debito e di credito è rimasto stabile, rappresentando ancora un terzo (33%) ciascuna. Una transazione su due viene effettuata su un terminale di pagamento, nella maggior parte dei casi (75%) utilizzando la funzione contactless.
Le applicazioni di pagamento stanno diventando sempre più popolari. L'uso di queste piattaforme è più che raddoppiato in due anni, passando dal 5 all'11% del numero di transazioni registrate dalla Banca nazionale. Durante la conferenza stampa, il vicepresidente della Banca nazionale Vincent Schlegel ha dichiarato che l'applicazione Twint, una soluzione svizzera, è decisamente la più utilizzata. La sua ‘quota di mercato’ rimane elevata, pari al 78%, ma la sua crescita è stata più lenta. Due anni fa era al 77%. I concorrenti globali, come Apple Pay e Google Pay, sono molto meno utilizzati. Le app di pagamento sono utilizzate soprattutto per i trasferimenti tra privati (90%). Più della metà degli utenti (58%) le utilizza anche per gli acquisti online, a scapito delle carte di credito. Una persona su due usa queste piattaforme anche per pagare gli acquisti alla cassa.
Attaccamento al contante
Per le spese quotidiane, il contante rimane comunque una sicurezza. Secondo i risultati di un sondaggio condotto dalla Banca nazionale su un campione di 2'000 persone residenti in Svizzera, la maggioranza preferisce ancora banconote e monete. Secondo gli intervistati, il contante dovrebbe rimanere disponibile come mezzo di pagamento, nonostante la popolarità delle carte e delle applicazioni. Ammettono però che utilizzerebbero meno monete e banconote se l'infrastruttura fosse ridotta. Il contante è ancora ampiamente accettato nei punti vendita, sottolinea la Banca nazionale nel suo comunicato stampa. Da questo punto di vista, il livello di soddisfazione degli intervistati rimane elevato (92% di opinioni positive).
È molto raro che un pagamento in monete e banconote non possa essere effettuato in Svizzera, dato che incidenti tecnici (nel 52% dei casi) o il rifiuto di un mezzo di pagamento (47%) possono ostacolare le transazioni. Se consideriamo la spesa quotidiana in termini di volumi in franchi, le carte di debito rimangono il mezzo di pagamento preferito in Svizzera (33%), davanti al contante (24%). Le applicazioni di pagamento hanno guadagnato terreno, raddoppiando la loro quota in due anni e arrivando a generare l'8% dei volumi. Per i pagamenti ricorrenti, i bonifici bancari online sono diventati la norma, con il 52% delle transazioni. Il servizio eBill, che facilita queste transazioni, è ancora meno utilizzato dell'ordine permanente.
Reati sessuali, compromesso sulla definizione di consenso

Spazio anche allo stato di shock: Il Nazionale allarga il campo di interpretazione nei casi di reati di aggressione sessuale e violenza carnale
Bienne, 1º Giugno 2023 - Passo avanti del Parlamento verso l'adozione della revisione del diritto penale in materia sessuale. Stamane il Consiglio nazionale si è allineato agli Stati approvando – con 105 voti a 74 e 11 astensioni – un compromesso sulla definizione di consenso per quanto riguarda lo stupro. La formulazione ‘no significa no’ integrerà lo stato di shock.
Finora le due Camere si erano opposte su questo aspetto centrale del dossier, pur riconoscendo che l'attuale definizione di violenza carnale fosse obsoleta. Il Nazionale aveva dapprima insistito nel voler passare al ‘solo sì significa sì’, mentre inizialmente gli Stati avevano preferito la formulazione negativa, prima di adottare il compromesso lo scorso marzo. Con la nuova versione, nel Codice penale verrà considerato anche il cosiddetto ‘freezing’. In questo modo si terrà conto anche dei casi di aggressione sessuale o di violenza carnale in cui la vittima si trova in uno stato di immobilità tonica.
Una proposta di minoranza dei Verdi Liberali, che chiedeva di puntare al modello ‘solo sì significa sì’, è stata appoggiata soltanto dai Verdi e dal Ps. Con il compromesso, il plenum ha adottato anche l'obbligo per gli autori di reati di seguire programmi di prevenzione ed educazione. Gli Stati avevano scelto una formulazione solo facoltativa, mentre il Nazionale eccezioni solo in casi individuali. La Camera del popolo si è allineata a quella dei cantoni anche per quanto riguarda l'entità della pena: almeno un anno per il reato di violenza carnale con coazione. Unità di vedute fra le due Camere anche per quanto riguarda la questione dell'età della vittima per la prescrizione dei reati di aggressione sessuale, che è stata lasciata a 12 anni. In precedenza, il Nazionale aveva scelto di innalzare la soglia a 16 anni.
Contro il parere della sua commissione preparatoria, il plenum ha anche abbracciato il punto di vista degli Stati sulla cosiddetta pornovendetta, nota anche come ‘revenge porn’. Solo la divulgazione di contenuti a carattere sessuale non pubblici dovrebbe essere punibile. La maggioranza della commissione voleva invece estendere questo principio a tutti i contenuti seriamente compromettenti. Il Nazionale ha infine tacitamente mantenuto la sua posizione in merito all'adescamento di fanciulli da parte di una persona adulta (cibergrooming). A differenza degli Stati, la maggioranza del della Camera del popolo ritiene che questa pratica debba essere sanzionata.
Il dossier torna agli Stati.
Ritocco del tasso di interesse, occhio agli aumenti abusivi

L'Associazione Svizzera Inquilini mette in guardia dall'incremento illecito del canone d'affitto
Bienne, 1º Giugno 2023 -Dopo l'aumento del tasso di interesse di riferimento, l'Associazione Svizzera Inquilini (Asi) mette in guardia da aumenti abusivi degli affitti. Se i proprietari non hanno applicato le precedenti riduzioni del tasso di interesse di riferimento, non c'è motivo per un aumento. E i costi sono spesso sovrastimati.
Gli inquilini devono quindi valutare con attenzione un aumento dell'affitto, consiglia l'Asi in una nota in seguito all'annuncio dell'incremento del tasso fatto oggi dall'Ufficio federale delle abitazioni. Per difendersi dagli aumenti abusivi, gli inquilini devono presentare un ricorso presso la commissione arbitrale competente entro 30 giorni dal ricevimento dell'avviso. È la prima volta dal 2008 che il tasso di interesse di riferimento aumenta. Fino ad allora era sceso nove volte. Secondo l'Asi, ogni volta gli inquilini avrebbero avuto diritto a una riduzione dell'affitto. Tuttavia, solo il 30% dei proprietari ha fatto questo passo.
Secondo i calcoli dell'associazione, gli affitti sarebbero dovuti diminuire per un totale di nove miliardi di franchi. Ma è successo il contrario: gli affitti sono aumentati per anni. Per poter verificare l'aumento degli affitti, l'Associazione degli inquilini mette a disposizione un calcolatore sul suo sito web. Lì si può anche trovare un modello di lettera di contestazione da inviare alla commissione di conciliazione. La procedura di conciliazione è gratuita.
Richiedenti asilo, l'Italia apre sullo sblocco dei trasferimenti

Incontro a Roma fra la consigliera federale Baume-Schneider e il ministro degli Interni Piantedosi. Roma deve prima migliorare la capacità di accoglienza
Bienne, 1º Giugno 2023 - In un incontro con la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, l'Italia ha aperto alla possibilità di rimuovere il blocco inerente al rientro dei richiedenti asilo. Prima però, vanno ampliate le capacità di accoglienza, ha affermato il ministro degli interni Matteo Piantedosi nel corso dell'odierno faccia a faccia a Roma con la giurassiana.
L'incontro, scrive in una nota il Dipartimento federale di giustizia e polizia si è svolto in un clima di costruttività e fiducia. Baume-Schneider ha espresso al suo omologo la comprensione della Svizzera per la difficile situazione che sta affrontando l'Italia, ricordando però che la sospensione dei trasferimenti Dublino pone gli altri Paesi europei di fronte a una delicata sfida politica. "Con Piantedosi ci siamo detti le cose in modo pragmatico.
La discussione è stata molto positiva", ha dichiarato a Keystone-ATS la titolare del Dipartimento giustizia e polizia, che prima della trasferta aveva detto di non attendersi un miracolo dal suo viaggio nella Città eterna. "L'Italia non ha una posizione dogmatica su questo dossier", ha aggiunto, dicendosi rassicurata. Stando alla consigliera federale, le autorità della Penisola stanno lavorando per creare le condizioni quadro che permetteranno al Paese di tornare ad accettare i trasferimenti Dublino fra qualche mese. Un "segnale di apertura" che Baume-Schneider ha accolto favorevolmente.
Sotto pressione
Il sistema italiano dell'asilo è sotto pressione: dall'inizio dell'anno sono sbarcate oltre 45'000 persone, un numero più che triplicato rispetto allo stesso periodo del 2022, ricorda nel comunicato il Dipartimento Giustizia e Polizia. A causa di ciò, lo scorso dicembre Roma ha annunciato che temporaneamente non avrebbe più ripreso i richiedenti asilo la cui domanda è di sua competenza conformemente al regolamento di Dublino. Poiché successivamente la situazione è diventata ancor più tesa, ha dichiarato lo stato di emergenza in aprile.
Secondo le regole di Dublino, l'Italia sarebbe responsabile dei profughi registrati per la prima volta sul suo territorio. Baume-Schneider oggi ha sottolineato che il blocco verso queste persone, adottato unilateralmente, indebolisce il sistema e la politica europea in materia di asilo nel suo insieme. Da quando è stata decretata la sospensione, il termine per il trasferimento verso l'Italia di 81 richiedenti è scaduto, il che ha costretto la Svizzera a prenderli in carico nella propria procedura d'asilo nazionale.
Secondo contributo
Per appoggiare la Penisola nelle sfide a cui è sottoposta, Berna metterà a disposizione fino a 20 milioni di franchi del credito quadro "migrazione" del secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell'Ue, sottolinea il Dipartimento Giustizia e Polizia. Baume-Schneider e Piantedosi si sono accordati per firmare prossimamente l'accordo bilaterale sulla cooperazione necessario per sbloccare questo tesoretto. Una collaborazione in tale ambito esiste già con Cipro e la Grecia.
Inoltre, al fine di facilitare la comunicazione tra la polizia e i migranti che sbarcano sulle coste, è stato già assicurato, d'intesa con l'Italia e nel quadro di un dispositivo europeo, un sostegno a un progetto che prevede il coinvolgimento di mediatori culturali dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Lo scopo di questo contributo, pari a 500'000 franchi, è anche quello di contribuire ad accelerare le procedure.
Solidarietà e riforme
La numero uno del Dipartimento Giustizia e Polizia e il ministro degli interni italiano hanno anche discusso della revisione in corso del sistema europeo in materia di asilo e di migrazione, che istituisce un meccanismo di solidarietà per sgravare i Paesi particolarmente sollecitati. La consigliera federale, si legge nella nota, ha affermato che la Svizzera sostiene i principi della solidarietà e della responsabilità condivisa e continuerà a impegnarsi attivamente nelle riforme.
Tra le misure proposte figurano l'introduzione di uno screening e di procedure d'asilo rapide alle frontiere esterne. Baume-Schneider ha insistito sulla necessità di garantire sempre il rispetto dei diritti umani dei migranti.
Durante l'incontro, tenutosi al Viminale, è stato poi affrontato l'argomento della cooperazione delle forze di polizia, particolarmente importante nella lotta alla criminalità organizzata. La giurassiana e il suo collega campano hanno evidenziato la volontà di rafforzarla ulteriormente.
In Aula alla Camera per la prima volta una deputata allatta un bebè


Bienne, 7 Giugno 2023 - Per la prima volta nella storia parlamentare italiana, una deputata è entrata nell'Aula di Montecitorio con il suo bebè in braccio, che ha allattato mentre sedeva nell'Emiciclo. Si tratta di Gilda Sportiello di M5S. La parlamentare ha preso posto in una postazione nella parte alta dell'emiciclo, ha partecipato alla votazione finale del decreto legge in materia di pubblica amministrazione ed ha cominciato ad allattare il suo bimbo che è stato accolto da un applauso unanime.
Sportiello, con una camicetta bianca addosso, è entrata in Aula da una delle porte posteriori. Il bimbo era in braccio, con in testa un uno zuccotto nero, per proteggerlo dal freddo dell'aria condizionata: è stato tranquillissimo e mentre veniva allattato è stato cullato. Alcune deputate si sono avvicinate a salutare ed a congratularsi.
Ibrahimovic si è ritirato: "È il momento di dire ciao al calcio"

Il 41enne Zlatan Ibrahimovic, in lacrime e visibilmente emozionato, ha salutato al centro del campo i suoi tifosi subito dopo la vittoria del Milan per 3-1 sul Verona
Bienne, 5 Giugno 2023 - "È giunto il momento di dire 'ciao' al calcio". Cosi' il 41enne Zlatan Ibrahimovic, in lacrime e visibilmente emozionato, ha salutato al centro del campo i suoi tifosi subito dopo la vittoria del Milan per 3-1 sul Verona. Passerella finale, con tanto di tappeto rosso verso il centro del campo, per lo svedese circondato dallo staff dirigenziale e da due ali di giocatori. A Ibra e' stata donata la maglia numero 11 e alcune immagini delle sue giocate in rossonero sono state diffuse sui maxischermo di San Siro.
"Non respiro, ma va bene così. Dentro questo stadio sono passati tanti ricordi ed emozioni - ha detto Ibra, accompagnato dai cori incessanti dei tifosi -. La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato la felicità, la seconda l'amore. Voglio ringraziare la mia famiglia e tutti quelli che mi stanno vicini per la pazienza che hanno avuto. Ringrazio anche i giocatori, che sono stati la mia seconda famiglia. Ringrazio l'allenatore e lo staff per la responsabilità che mi hanno dato. Ringrazio i dirigenti per l'opportunità. Voglio dire grazie dal profondo del cuore a voi tifosi. Mi avete accolto a braccia aperte, facendomi sentire a casa. Sarò milanista per tutta la vita. È arrivato il momento di dire 'ciao' al calcio, ma non a voi. Forza Milan, arrivederci".
Il 2 Giugno è Festa della Repubblica
Bienne, 1º Giugno 2023 -Venerdì 2 giugno l’Italia celebra il 77° Anniversario della Festa della Repubblica. Ad aprire le celebrazioni l’alzabandiera solenne presso l’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, accompagnato dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, passerà poi in rassegna i Reparti lungo viale delle Terme di Caracalla prima dello sfilamento lungo via dei Fori Imperiali. Anche in questa edizione saranno i Sindaci ad aprire la manifestazione: i Primi Cittadini sfileranno con la fascia Tricolore.
A seguire, il soprano Eleonora Buratto intonerà l’Inno d’Italia accompagnata dalla Banda Interforze. Quest’anno, nel centenario della costituzione, sfileranno a bordo di veicoli militari anche rappresentanti del Gruppo Medaglie d’Oro al Valor Militare e dell’Istituto “Nastro Azzurro”. Sfileranno nel settore di apertura che vedrà la presenza, tra gli altri, delle Bandiere delle Forze Armate e della Guardia di Finanza, dei Gonfaloni di Regioni, Province e Comuni Italiani, dei labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e le bandiere ONU, NATO, UE e quelle degli organismi multinazionali in cui operano le Forze armate.
La rassegna sarà strutturata in 10 settori che vedranno la partecipazione di tutte le componenti dello Stato: personale militare e civile, Corpi armati e non armati dello Stato, Bandiere e Stendardi, Bande e Fanfare militari. Oltre al sorvolo della Pattuglia Acrobatica Nazionale è previsto anche il passaggio di elicotteri, velivoli e mezzi pesanti. Tutta la manifestazione sarà trasmessa in diretta sul sito e sui canali social del Ministero della Difesa

Nessuno si chiede perché siamo stati costretti a partire?
Italiani nel Mondo-Regioni-Associazioni
Demartino (CIM Calabria): la Consulta Calabresi nel Mondo diventi operativa

Luigi Demartino Presidente Regionale della CIM Calabria
Bienne, 6 Giugno 2023 - Il comitato esecutivo confederale della CIM (Confederazione Italiani nel Mondo) ha nominato Luigi Demartino Presidente Regionale della CIM Calabria. Il ruolo della CIM va dalla cultura italiana nel mondo alle pari opportunità, dalle proposte su turismo allo sviluppo, dalla riscoperta dei borghi al settore eco-agroalimentare. L’impegno del neo Presidente Demartino verso gli italiani nel mondo, come spiegato dalla CIM in una nota, partirà dalla sua Regione.
La Calabria, grazie alla lungimirante legge regionale n.8 del 2018, dava vita alla “Consulta dei Calabresi all’Estero”, con la quale ha rinsaldato il legame con le comunità dei Calabresi nel mondo, organizzando legami di proficua collaborazione. Una vera e propria istituzione che collaborando a stretto contatto con la Regione, ha fatto sentire con forza la propria presenza con le comunità, le associazioni e le federazioni di calabresi all’estero. Fin dal suo insediamento la consulta è stata un importante strumento di conoscenza e comunicazione che ha avuto il compito di favorire il turismo di ritorno e accrescere l’import-export con la collaborazione continua delle Camere di Commercio estere e lo sviluppo di progetti di scambio culturale tra studenti calabresi in Italia e nel mondo.
Ma il nuovo Presidente della CIM Calabria ha espresso, in una nota seguente al momento della sua nomina, un “dispiacere”, che consiste nel fatto che a suo parere “non è stata intrapresa alcuna azione affinché questa Consulta diventi realmente operativa”. Il suo auspicio è dunque “che la Regione dia ben altra considerazione per questo splendido strumento che potrebbe valorizzare quel grande patrimonio che la Calabria possiede cioè i 7 milioni di corregionali nel mondo”.
La Fondazione Migrates, nel suo ultimo “Rapporto Italiani nel Mondo”, ha evidenziato l’importanza degli organismi di rappresentanza degli italiani nel mondo, sottolineando la funzione che essi esprimono nell’interesse collettivo. La Consulta, secondo Demartino, “deve essere uno strumento capace di interpretare le domande e i bisogni delle comunità all’estero, ma deve anche conoscere la nuova generazione di una migrazione che si è modificata nel tempo e che chiede una considerazione diversa”.
Come Presidente CIM Regione Calabria Demartino si è fatto anche portavoce affinché la consulta diventi operativa e continui a svolgere il lavoro iniziato nel 2018 e ne ampli le ambizioni. Questo significherebbe continuare a mantenere stabili le relazioni con le comunità sparse nel mondo, mantenendo relazioni con realtà imprenditoriali disposte ad investire nei nostri territori, promuovere scambi scientifici ed iniziative tra Università, senza dimenticare il turismo delle radici.
Per rilanciare di nuovo la consulta, secondo Demartino, “è fondamentale il ruolo che la Regione in simbiosi con i consultori deve svolgere, affinché si sviluppi quel processo di internazionalizzazione della Calabria”. Il Presidente CIM Calabria ha infine concluso con un monito: “It’s easy to take a calabrese out of Calabria that Calabria out of calabrese” (È più facile togliere un calabrese dalla Calabria che la Calabria da un calabrese). “Questo il senso e la motivazione per cui continuare a crederci”, ha chiosato
L'annuncio delle Ferrovie dello Stato
Maltempo: in Basilicata stop ai treni fino al 15 luglio

Bienne, 5 Giugno 2023 - Proseguirà fino al 15 luglio (e non fino a domani, come annunciato due giorni fa) l'interruzione della circolazione dei treni sulla linea ferroviaria Metaponto-Potenza, in Basilicata, ferma "dal pomeriggio del 2 giugno scorso a causa di un'alluvione che ha interessato l'area compresa tra Campomaggiore e Salandra", tra le province di Potenza e Matera.
Lo ha annunciato l'ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato specificando che "le squadre tecniche di Rfi, intervenute per ripristinare la tratta, nei pressi di Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza, hanno riscontrato danni ben maggiori provocati dalle abbondanti precipitazioni dei giorni scorsi". L'interruzione fino al 15 luglio è stata disposta "per consentire - è specificato nel comunicato - l'esecuzione dei lavori di manutenzione che erano stati già programmati a partire dal 12 giugno. Gli interventi riguarderanno il rifacimento di tre ponti fra Salandra e Ferrandina e di altri tre fra Ferrandina e Metaponto".
Nella stessa nota è inoltre messo in evidenza che "sempre dal 12 giugno e fino al 10 settembre saranno interessate da lavori anche le stazioni di Eboli, Baragiano e Bella Muro sulla linea Battipaglia-Potenza. Gli interventi consentiranno di migliorare le performance dell'infrastruttura ferroviaria. In particolare, la stazione di Bella Muro sarà resa più accessibile grazie all'abbattimento delle barriere architettoniche, la realizzazione di sottopassi, di percorsi tattili e l'innalzamento dei marciapiedi secondo gli standard europei. Nel complesso, saranno impiegati 150 tecnici fra personale Rfi e delle ditte appaltatrici".
Una bomba d'acqua si è abbattuta su Matera (Video)
Bienne, 3 Giugno 2023 -La città di Matera è stata colpita venerdì da una pioggia torrenziale oltre che dalla grandine. Diversi gli interventi dei Vigili del Fuoco per allagamenti di garage e cantine. La Protezione civile ha chiuso vari tratti di strada. Allagati box soprattutto in via Taranto e Sallustio. Sono stati effettuati una trentina di interventi. Allagamenti anche sulla strada statale Basentana, all'altezza di Grassano (Matera)
Dal pomeriggio la strada statale 407 "Basentana" è stata chiusa in entrambe le direzioni nel comune di Garaguso a causa dell'esondazione del fiume Basento. Il traffico è stato deviato sulla viabilità secondaria. A Matera città l'acqua si è riversata soprattutto nei Sassi, e ha creato disagi ai numerosi turisti e ai locali pubblici. Nei video sui social si vedono tavolini, ombrelloni e sedie travolti dal fiume d'acqua, oltre a turisti trascinati dalla corrente. Nessuno è rimasto ferito. Alcuni tratti stradali sono chiusi per la presenza di detriti o materiale fangoso. Una fitta grandinata si è abbattuta stamattina anche a Potenza, a ridosso del centro storico.
Operatività del Comites di Zurigo
Cirielli risponde al Pd: attendiamo il giudizio del Consiglio di Stato

Il vice Ministro degli Esteri Edmondo Cirielli (Fratelli d'IItalia)
Bienne, 31 Maggio 2023 - “Non è percorribile intraprendere alcuna iniziativa in attesa del giudizio del Consiglio di Stato”. Così il Vice Ministro degli Esteri Edmondo Cirielli cui ieri – in Commissione Esteri – è stata affidata la risposta all’interrogazione del deputato Pd Fabio Porta circa l’operatività del Comites di Zurigo alla luce della sentenza del Tar sulla sua composizione. Il deputato, in particolare, chiedeva al Ministero come intendesse procedere “in attesa della definizione del giudizio, affinché l'attività del Comites Zurigo si limiti alla mera gestione ordinaria”.
Nella risposta, Cirielli ha ricordato che “la sentenza di primo grado del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha ordinato il riconteggio delle schede delle ultime elezioni del Comites di Zurigo e indicato che la nuova ripartizione dei seggi tra le liste porterebbe all'elezione della Signora Iacobelli e non del Signor Giardino. Il dispositivo prevede inoltre che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale si conformi a quanto statuito e si faccia parte diligente nell'eseguirne le indicazioni, senza adottare atti che possano andare contro l'accertamento dei fatti”.
“La parte soccombente alla sentenza di primo grado ha presentato ricorso”, ha continuato il vice ministro, precisando che “in attesa dell'esame nel merito, il Consiglio di Stato ha emesso un'ordinanza di sospensione degli effetti della sentenza di primo grado”. Il Ministero degli esteri “deve quindi farsi parte diligente nell'eseguire anche questa ordinanza. Violarne il contenuto implicherebbe l'annullamento di ogni atto non conforme”.
“Premesso che il Comites di Zurigo non ha dichiarato decaduto il Signor Giardino, occorre sottolineare che la legge 286 del 2003 istitutiva dei Comites non attribuisce all'Autorità consolare alcun potere di interferenza nei lavori del Comitati degli italiani all'estero. Né può prendere provvedimenti nei loro confronti. Questo – ha sottolineato Cirielli – vale in particolar modo in pendenza di una pronuncia della giustizia amministrativa. Non è dunque percorribile intraprendere alcuna iniziativa in attesa del giudizio del Consiglio di Stato”.
A replicare al vice ministro è stato Toni Ricciardi, eletto in Europa con il Pd e cofirmatario dell’interrogazione, che si è detto “del tutto insoddisfatto della risposta del Governo”. Secondo Ricciardi è “assai grave che l'Esecutivo non abbia dato seguito alla sentenza del TAR del Lazio del 2 novembre 2022, rinviando ogni decisione alla sentenza del Consiglio di Stato del 22 giugno prossimo. Tale inadempienza provocherà inevitabili ripercussioni e tensioni nella comunità di Zurigo, che conta circa 334 mila connazionali”, ha concluso, segnalando una “evidente carenza di responsabilità politica ed istituzionale da parte del Ministero degli affari esteri della cooperazione internazionale”.

Fabio Porta (Partito democratico)

Toni Ricciardi (Partito democratico)
Frontalieri, ok unanime dal Senato all'accordo tra Italia e Svizzera

Il disegno di legge è approvato in via definitiva con 120 voti favorevoli
Bienne, 31 Maggio 2023 - Via libera all'unanimità dall'Aula al Senato al ddl per la ratifica dell'Accordo tra Italia e Svizzera sulle doppie imposizione dei lavoratori transfrontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. Le disposizioni dell'accordo dell'accordo Italia-Svizzera sui frontalieri prevedono innanzitutto il principio di reciprocità . A differenza del precedente accordo del 1974, che regola unicamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, il presente accordo disciplina anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia.
L'accordo stabilisce anche il metodo della tassazione concorrente, che attribuisce i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza del lavoratore frontaliero, sia allo Stato alla fonte del reddito del lavoro dipendente. In particolare, i salari sono imponibili nel Paese di svolgimento dell'attivita' lavorativa, ma entro il limite dell'80 per cento di quanto dovuto dallo stesso Paese in base alla normativa sulle imposte dei redditi delle persone fisiche. Lo Stato di residenza applica poi le proprie imposte sui redditi ed elimina la doppia imposizione relativamente alle imposte prelevate nell'altro Stato. Inoltre la Camera ha inserito una norma transitoria sul telelavoro ed è prevista l'eliminazione della Svizzera dalla lista degli Stati privilegiati sull'Irpef.
FdI, accordo Italia-Svizzera per equità - "Esprimiamo particolare soddisfazione per il voto, oggi, dell'accordo Italia-Svizzera sui lavoratori frontalieri. Votiamo un testo unificato con una modifica rispetto al testo precedentemente approvato al Senato, includendo i lavoratori che operano nel servizio presso il proprio domicilio". Lo dichiara in Aula del Senato, durante la dichiarazione di voto, Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d'Italia. "Questi accordi - prosegue - sono il frutto di un confronto decennale tra le parti interessate e vanno nella direzione dell'equità fiscale, tema a noi caro sempre, non solo in questo caso". L'auspicio, aggiunge Zedda, è che "azioni similari vengano intraprese anche con Paesi come Francia e Principato di Monaco, dove sono oggi presenti iniquità fiscali per i lavoratori frontalieri".
Lega, con accordo più tutele per lavoratori - "Bene l'approvazione definitiva del ddl di ratifica degli accordi Italia-Svizzera. Con il voto di oggi abbiamo una definizione chiara delle aree di frontiera e tutele per i lavoratori, come l'aumento della Naspi erogata sul parametro svizzero e l'utilizzo di un fondo per erogare assegni integrativi dello stipendio dei lavoratori nei territori italiani di confine. Rendendo più attrattive dal punto di vista salariale queste aree, scongiuriamo la desertificazione e poniamo le basi per un serio riequilibrio e, in prospettiva, sviluppo dei territori lombardi e piemontesi di confine con la Svizzera. Obiettivo della Lega resta la realizzazione di Zone Economiche Speciali per i territori di confine delle province di Como, Varese, Sondrio e VCO, così come abbiamo chiesto in una proposta di legge già nella scorsa legislatura". Così in una nota i parlamentari lombardi della Lega Stefano Candiani, Massimiliano Romeo ed Eugenio Zoffili a margine dell'approvazione a Palazzo Madama del ddl di ratifica degli accordi Italia-Svizzera sui lavoratori frontalieri.
Pd, bene accordo Italia-Svizzera -
"E' un grande risultato, che ci rende particolarmente soddisfatti". Cosi Alessandro Alfieri, vice presidente vicario dei senatori democratici, ha espresso il voto favorevole del Pd al ddl di ratifica dell'accordo fiscale Italia-Svizzera. "Un lavoro importante, che si chiude dopo due anni e mezzo, fatto con gli amministratori locali e tante realtà territoriali a partire dalle forze sociali", spiega Alfieri sottolineando come "il provvedimento riconosca per la prima volta una specificità delle fasce di confine entro i venti chilometri. Quindi si tratta di una conquista, anche perchè abbiamo mantenuto gli impegni principali: mantenere inalterate le risorse destinate ai comuni della fascia di confine e allo stesso tempo tutelare i lavoratori frontalieri che hanno progettato la loro vita in base all'attuale livello di tassazione. Ma la vera innovazione è che costruiamo il primo esperimento di federalismo fiscale destinando l'extragettito dei nuovi lavoratori frontalieri a progetti infrastrutturali e socio economici dei territori di confine".
Alfieri ha chiesto infine "l'impegno del governo a chiudere velocemente con la controparte elvetica una intesa definitiva sullo smart working per evitare che i lavoratori frontalieri paghino più tasse. L'obiettivo che si vuol raggiungere è tutelare coloro che lo utilizzano fino al 40 per cento delle ore settimanali. Quindi bene l'emendamento approvato alla Camera, che copre i lavoratori fino al 30 giugno, ma c'è bisogno che il governo mantenga gli impegni. Siamo preoccupati che il ministro Giorgetti sia in ritardo rispetto alla parte elvetica. Ora dobbiamo dare un orizzonte certo e di serenità a quelle famiglie che rischiano di avere minori introiti ogni mese in busta paga" "Serve - conclude Alfieri - un ultimo sforzo per chiudere questo percorso proficuo iniziato sotto la spinta del partito democratico e che oggi portiamo finalmente a compimento".
Autonomie, con accordo stop a doppie imposizioni - "Con il voto di oggi in Senato, è definitivamente approvata la legge di ratifica dell'accordo Italia-Svizzera sull'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri." Così in una nota il senatore e relatore del provvedimento Luigi Spagnolli e la Presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger. "Con l'accordo - spiegano i parlamentari - vengono eliminate ai lavoratori transfrontalieri le doppie imposizioni sugli stipendi e altre remunerazioni analoghe. A beneficiarne saranno circa 73 mila lavoratori, tra cui circa mille, residenti soprattutto in Val Venosta, che ogni giorno dalla Provincia di Bolzano raggiungono la Svizzera per andare a lavorare.
L'accordo, in sostituzione di quello del 1974, stabilisce il principio della tassazione concorrente. Alla Svizzera viene riconosciuta un'imponibilità entro il limite dell'80% di quanto dovuto in base alle normative elvetiche sulle imposte sui redditi delle persone fisiche. L'Italia poi applicherà le proprie imposte sui redditi, eliminando la doppia imposizione relativamente alle imposte già prelevate dall'erario svizzero. Altra novità rispetto all'accordo del 1974, è che la nuova disciplina non regolamenta unicamente il trattamento dei transfrontalieri italiani che lavorano in Svizzera, ma anche quello dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia. Il nuovo regime sarà in vigore dal primo gennaio 2024".
A Belluno la 59ª Assemblea dell’Associazione Bellunesi nel Mondo

Il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona
Bienne, 31 Maggio 2023 - Appuntamento sabato 3 giugno a Belluno per la 59ª Assemblea dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. Il rendez-vous più importante dell’anno si svolgerà nella sala “Bianchi” del capoluogo bellunese, con inizio alle ore 10.00. Oltre all’approvazione della relazione morale del presidente Oscar De Bona e del bilancio consuntivo 2022 e preventivo 2023 del tesoriere Paganin verrà data voce alle Famiglie Bellunesi presenti nel territorio provinciale, italiano e all’estero.
“Saranno loro, con i propri dirigenti – evidenzia De Bona - i protagonisti dell’Assemblea annuale. La voce dei nostri emigranti deve farsi sentire forte, anche perché abbiamo diversi argomenti da affrontare e da portare alle Istituzioni pubbliche e private”. Già confermati gli interventi dal Brasile, dall’Italia e dalla Svizzera. A nome delle Famiglie Ex emigranti interverrà il coordinatore Antonio Dazzi.
Durante l’Assemblea si discuterà inoltre sulla possibilità di far arrivare in provincia di Belluno i discendenti bellunesi in modo permanente, offrendo loro posti di lavoro specifici, e come turisti, puntando appunto sul turismo delle radici. “Le comunità bellunesi all’estero sono delle vere potenzialità per la provincia di Belluno - conclude De Bona - spetta alle nostre Istituzioni mettere in atto delle strategie politiche per avviare questo flusso del rientro. L’Abm è presente. Dati e numeri li porteremo in assemblea”.
Alla scoperta delle bellezze calabresi
La dolce vita nel Vallese, il 6 giugno serata a Martigny


Bienne, 29 Maggio 2023 - La Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, con la collaborazione della Regione Calabria e il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Ginevra, organizza una serata alla scoperta delle bellezze calabresi in Vallese.
La Camera di Commercio dà appuntamento a martedì 6 giugno, dalle ore 18.30, presso la Fondation Pierre Gianadda a Martigny (Rue du Forum 59) per scoprire le innumerevoli attrazioni turistiche e culturali calabresi e assistere alla premiazione dell’imprenditore italo-vallesano dell’anno. La presentazione e la premiazione saranno seguite da un aperitivo di networking. La partecipazione all’evento è gratuita . Posti a disposizione limitati.
Come il femminismo ha finito per fregare le donne
di Armando Simón

Se ora i transgender partecipano agli sport femminili, e molti uomini si allontanano dal matrimonio, è per l’ossessione femminista per l’uguaglianza totale. Foto: Movimento femminista in Italia: dagli anni ‘60 a oggi
Bienne, 4 Giugno 2023 - Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a molte farse, una delle quali è quella di uomini che si fingono donne e partecipano a vari sport femminili. A volte ciò ha provocato danni gravi alle donne. Ha anche portato questi uomini, mediocri negli sport maschili, ad andarsene sorridendo con premi, riconoscimenti, fama, lodi, borse di studio e titoli che spettavano a ragione alle donne. Una manifestazione del leggendario patriarcato.
Ci si aspetta persino che le perdenti siano felici per loro e molte accettano stupidamente la farsa senza battere ciglio. Con due o tre eccezioni, la maggior parte delle atlete è stata intimidita, come pecore, ma ultimamente le cose sono cambiate. E non si tratta solo di sport. Uno di questi pretendenti transgender è stato nominato dalle élite come “Donna” dell’anno. E ci si aspetta che tutti applaudano. I transgender che non hanno accettato chi erano in origine insistono sul fatto che li accettiamo per quello che fingono di essere ora. Ci si aspetta che tutti vadano d’accordo e partecipino alla loro delusione e li incoraggino. Di per sé, avrebbero un impatto minimo nella società, poiché rappresentano una parte microscopica della popolazione, ma hanno avuto il pieno sostegno dell’apparato di propaganda delle élite di sinistra.
Dove sono le femministe?
Ma questo articolo non parla di transgender. Parla di femministe. Le femministe non si vedono da nessuna parte. Allora, dove sono le “odiose” femministe? Sai, quelle che ti urleranno in faccia per qualche immaginaria “micro-aggressione”. Di solito, possono mobilitare decine di migliaia di donne urlanti per protestare contro un torto immaginario. Si presume che le femministe abbiano in mente il miglior interesse delle donne. È quello che hanno sempre detto. Allora, dove sono? Il motivo per cui non assisteremo a proteste massicce e organizzate contro l’usurpazione dei posti delle donne nella società da parte dei transgender è perché li ha partoriti proprio il femminismo. Molte delle femministe degli anni ’70 erano marxiste. A causa delle loro basi ideologiche, erano contro la famiglia, vedendo il padre simile a un malvagio sfruttatore capitalista (motivo per cui alcune femministe sono diventate lesbiche). Questa visione anti-famiglia è perdurata fino ai giorni nostri.
Uguaglianza totale
Molto più rilevante, la loro prospettiva era il lysenkoismo. Vedevano i sessi come un costrutto sociale e, poiché aderivano all’idea dell’uguaglianza totale con fanatismo, crearono una massiccia propaganda secondo cui le donne potevano fare tutto ciò che potevano fare gli uomini, e non c’erano differenze fisiche importanti. L’ampiamente reclamizzata partita di tennis tra Billie Jean King e l’autoproclamato maschilista Bobby Riggs, presumibilmente lo ha dimostrato una volta per tutte (anche se va sottolineato che Riggs partecipò alla partita pensando che l’intera faccenda fosse uno scherzo, solo per rendersi conto che le donne erano assetate di sangue). Si può quindi vedere come l’attuale culto della castrazione dei transgender combaci con il femminismo radicale. E perché così tante persone di sinistra farfugliano quando viene loro chiesta la definizione di donna.
Questa rigida ossessione ideologica secondo cui non ci sono differenze tra uomini e donne (quindi le femministe non hanno obiezioni al fatto che i transgender partecipino agli sport femminili) è stata adottata dai liberal di Hollywood in diversi film e programmi televisivi, dove si vedono attrici magrissime picchiare una mezza dozzina di uomini corpulenti. Alcune donne apparentemente si sono bevute questa idea come wishful thinking; hanno sfidato gli uomini in combattimenti sportivi o militari. I risultati sono brutali, poiché gli avversari maschi hanno abbracciato l’idea di trattare le donne allo stesso modo degli uomini.
In ogni caso, le femministe hanno avuto molto successo nel clonare se stesse, in parte perché hanno promosso le donne nei tradizionali ruoli maschili, in parte perché hanno messo in luce il comportamento maleducato di alcuni uomini generalizzandolo a tutto il sesso, ma soprattutto perché hanno attinto a uno dei peggiori istinti delle donne: il risentimento verso gli uomini. Motivo per cui poche donne all’epoca si opponevano al femminismo. Una delle poche era una conservatrice dal nome impronunciabile: Phyllis Schlafly.
Le femministe avevano in mente la fantasia che una falange di uomini si trovasse davanti ai tradizionali lavori maschili, braccia tese, proclamando “Non passerai!” In realtà, c’era poca opposizione. L’eccezione era nell’esercito e nei vigili del fuoco, dove l’opposizione era basata sul requisito della forza fisica (oggigiorno gli standard sono stati abbassati per le donne – per amore della “uguaglianza”). La scarsità di donne in molti tipi di lavoro era semplicemente dovuta al fatto che la maggior parte di esse semplicemente non aveva pensato di intraprendere quelle professioni.
Una falsa vittoria
Molti uomini hanno aderito a questo movimento. Alcuni lo hanno fatto per ragioni ideologiche, altri per evitare di essere sgridati durante le liti, altri ancora per opportunismo, hanno visto da che parte tirava il vento, mentre alcuni con lo stesso atteggiamento di un adulto che dice sì ad un bambino che fa un’affermazione assurda, solo per assecondarle, ma in realtà ridacchiando segretamente. Questi ultimi in particolare in quei casi in cui le donne chiedevano a gran voce di entrare in una professione maschile per motivi di uguaglianza, rivendicando allo stesso tempo condizioni speciali.
In diversi post sui social media, un certo numero di donne si è reso conto che le femministe le hanno fregate, in particolare nel loro odio per gli uomini e nel loro disprezzo per una famiglia tradizionale. Hanno anche capito che l’assimilazione di un insieme di valori e ruoli maschili a scapito della loro femminilità è stata una falsa vittoria e, di fatto, si sono date la zappa sui piedi. Si sentono vuote, soprattutto quando invecchiano. Nel frattempo, le donne più giovani gridano in tono di sfida: “Non ho bisogno di uomini!” o “Posso prendermi cura di me stessa”.
Il coltello taglia in entrambe le direzioni
Anche nei social media si può notare un cambiamento in molti uomini. Molti uomini sono completamente nauseati dalle donne, dalla loro ostilità, dai loro continui attacchi, dai loro doppi standard, dalle loro false accuse di stupro. Pertanto, molti hanno abbandonato la cavalleria al punto che, nel caso di un transatlantico che affonda, spingerebbero allegramente le donne fuori strada per salire sulle scialuppe di salvataggio (inoltre, se le donne dovessero essere salvate per prime, non esprimerebbero gratitudine, lo considererebbero semplicemente dovuto (cosa che è accaduta). A questi uomini piace deridere sui social media le donne che piangono perché hanno raggiunto il limite e non hanno nessuno.
In effetti, questi uomini si sono lavati del tutto le mani dal matrimonio. Hanno persino uno slogan per il loro movimento chiamato MGTOW (Men Going their Own Way). Il loro logo è la figura di una sposa e uno sposo in piedi insieme, mentre quest’ultimo tende il dito medio verso la sposa. La loro logica è la seguente: mentre in passato il divorzio era visto come l’incapacità di una donna di mantenere unita una famiglia, oggi il divorzio è avviato per il 70 per cento dalle mogli. Come se molte donne avessero un chip sulla spalla quando si sposano, che tiene sotto controllo nella loro mente quanto sono oppresse, represse e represse, senza garanzie che non tradiscano i loro mariti.
Il sistema legale del patriarcato
E quando arriva il divorzio, come inevitabilmente accade, gli uomini si trovano di fronte al sistema legale del mitico patriarcato che in realtà è orientato contro di loro. Perdono la casa, perdono i figli, devono pagare gli alimenti e i diritti di visita non vengono fatti rispettare dai tribunali. Che fine ha fatto l’uguaglianza? Quando gli uomini si siedono e chiedono alle donne, nella loro mente o nella realtà, cosa portano in tavola queste ultime quando pensano al matrimonio, la risposta è: molto, molto poco. Di conseguenza, molti uomini si stanno allontanando dall’idea del matrimonio. Sarebbe un suicidio non farlo.
D’altra parte, alcuni uomini hanno optato per trovare moglie all’estero, donne che non sono state avvelenate dal femminismo, che vogliono semplicemente un buon marito e crescere una famiglia, prendersi cura di tutti loro. Il che è un anatema per le femministe.
Una ragazzina di 13 anni si suicida, la famiglia denuncia Facebook

In una lettera scritta diversi mesi prima la ragazza aveva raccontato dell'odio online ricevuto: "Non potevo sopportare gli insulti mattina e sera, le prese in giro, le minacce"
Bienne, 3 Giugno 2023 - "Se tutti avessero fatto il loro lavoro per proteggere Lindsay, sarebbe viva": la famiglia di un'adolescente francese che si è tolta la vita a 13 anni dopo essere stata vittima di bullismo a scuola ha annunciato di aver presentato una denuncia, in particolare contro Facebook. Dopo aver puntato il dito contro il "lavoro" che non è stato fatto, l'avvocato della famiglia, Pierre Debuisson, ha letto una lettera scritta dalla ragazza diversi mesi prima del suo suicidio, avvenuto a metà maggio nel nord della Francia.
"Se state leggendo questa lettera, allora probabilmente me ne sono andata. Non potevo sopportare gli insulti mattina e sera, le prese in giro, le minacce nonostante tutto quello che è successo, vorranno sempre farmi del male", scriveva la studentessa. "Se avessimo avuto aiuto, se avessimo avuto sostegno, sono sicura che mia figlia sarebbe ancora con noi", ha detto la madre, Betty, durante la conferenza stampa.
"Ho provato di tutto, ho fatto di tutto, ma non abbiamo avuto alcun aiuto, siamo stati completamente abbandonati, non abbiamo avuto alcun sostegno, né prima, né durante, né dopo", ha denunciato la donna. L'indagine giudiziaria sulla morte di Lindsay ha portato all'incriminazione di quattro minori per "molestie scolastiche che hanno portato al suicidio" e di un adulto per "minacce di morte". Il social network è stato "completamente inadeguato" nel permettere il proliferare di "discorsi d'odio", anche dopo la morte della studentessa, che frequentava la scuola di Vendin-le-Vieil, nel nord della Francia, ha dichiarato l'avvocato Pierre Debuisson.
"La morte di Lindsay non è stata sufficiente, perché dopo la morte di Lindsay, gli insulti hanno continuato a circolare sui social network e continuano a farlo", ha detto l'avvocato, indicando i post su Instagram, di proprieta' di Facebook, che esultano per il suicidio dell'adolescente. Secondo l'avvocato, il gruppo americano si è reso colpevole di una "totale violazione" dell'obbligo di moderare e controllare i contenuti pubblicati sulle sue piattaforme. La famiglia di Lindsay ha anche annunciato di aver presentato una denuncia contro gli investigatori e le autorità scolastiche per il loro presunto fallimento in questo caso.
Gli 80 anni di Orietta Berti
“Grazie a musica e tv sono diventata una di famiglia”

Abbiamo intervistato l'Usignolo di Cavriago in occasione di un compleanno così importante: ci ha parlato del segreto di 58 anni di carriera e del "regalo prezioso", nel segno dell'impegno sociale, che si è fatta per l'occasione
Bienne, 31 Maggio 2023 - Da cantante di successo, tra le poche protagonisti femminili in campo musicale di un’intera epoca, a showgirl, madrina dei salotti televisivi, con un’unica caratteristica: l’onestà, squisita, all’antica, da mamma della tv, personaggio accogliente, che fa casa e tortellini, che spiazza con la schiettezza emiliana e, nel frattempo, canta, con una professionalità ed una precisione ormai del tutto inedite in questo pop effettuato di oggi. Parliamo di Orietta Galimberti, Berti per tutti, la Capinera d'Emilia, l'Usignolo di Cavriago, che soffia il 1 giugno su 80 candeline.
La prima cosa che pensa quando realizza di aver tagliato questo bellissimo traguardo…
Un po' di soddisfazione c’è, perché questo lavoro è un po' stressante, tu prepari una stagione, un disco, ha successo, ma nel frattempo devi pensare a quello che ci sarà dopo: o una trasmissione, o una raccolta o dei duetti, è un lavoro che da tanta soddisfazione ma che costa anche tanto impegno, quindi quando arrivano le soddisfazioni te le godi. Abbiamo avuto tantissimi esempi di persone che hanno fatto successo e poi sono state dimenticate, bisogna sempre competere, arrivare a 58 anni di carriera è un orgoglio, ma non dobbiamo dimenticare che è il pubblico che ti aiuta ad arrivare, perché se fai trasmissioni importantissime entri a far parte della famiglia degli spettatori, cresci e invecchi con loro. Non sono mai mancata dentro le famiglie italiane, o con un disco o una trasmissione, ho fatto di tutto e di più, non mi sono fatta mancare niente, ho perfino cucinato.
Perché la musica?
Non l’ho scelta io, è stato il mio papà, voleva che diventassi mezzo soprano, mi mandò a scuola da un maestro che insegnava al conservatorio, fu molto importante, aumentai l’estensione, mi trovai più sicura di me stessa e meno timida, ma se fosse stato per me non avrei scelto questo mestiere, ai tempi non era considerato un lavoro serio. “Fin che la barca va” esce nel 1970, che è lo stesso anno dell’ultimo album dei Beatles, quindi lei copre l’intera storia dei Beatles in pratica, che ai tempi rappresentavano la svolta musicale che sappiamo… Ma lei ha mai sentito in Italia questo attrito tra la musica che veniva dall’estero, disobbediente, rivoluzionaria, e quella che proponeva lei, più in linea con la tradizione? Si, tradizionale e ironica allo stesso tempo, a Sanremo portavo il bel canto, invece a Un disco per l’estate mi davano sempre canzoni ironiche e ritmate, dei tormentoni, “Finchè la barca va” vendette 9 milioni di dischi, come “Mille” che fu un successo che non tornerà mai più.
Lei ai tempi se non sbaglio fu un po' attaccata dalla critica, che voleva musica più impegnata…
Se loro avessero letto i testi di molti brani sono tutti temi che raccontano ironicamente delle storie vere, “Finchè la barca va” parla di non vergognarti ed essere quello che sei, senza compromessi; poi anche vocalmente non è facile da cantare, quindi l’impegno fu anche vocale, ci sono tanti particolari che non vengono capiti e considerati dai critici.
Lei è amata da target di pubblico molto ampio…Qual è il segreto di Orietta Berti?
Posso supporre il mio carattere solare, le mie canzoni che sono accattivanti ed il mio modo di porgerle; e poi perché ho fatto tantissima televisione, diventi una di famiglia, un’amica, io ricordo che ogni volta che faccio lo spettacolo, quando mi fanno ricevere gli ammiratori, non c’è una persona che non abbia un aneddoto da raccontarmi che riguardi una mia canzone.
C’è una cosa che il pubblico non ha mai capito di lei?
No, veramente sono sempre stata aperta, non mi piace l’esagerazione, la volgarità, l’arroganza, non lavorerei mai con persone così.
Rileggendo tutto ciò che ha fatto nella sua carriera ci si accorge che ha avuto a che fare con alcuni dei più straordinari personaggi del mondo della cultura… Ma ce n’è uno (o anche più di uno) la cui conoscenza, umanamente, l’ha particolarmente colpita o è stata decisiva nella sua vita?
Posso dire che mi sono trovata molto bene con Ugo Tognazzi, che è stato 22 giorni in casa mia, dove abbiamo girato “I nuovi mostri”, perché avevo troppi concerti; un mese che non dimenticherò mai, c’era Scola, è venuto Monicelli… Ho registrato anche con Paolo Villaggio, “Quando c'era lui... caro lei!”, sono tutte persone intelligenti, cordiali, ti senti proprio a tuo agio.
Per il suo compleanno si è fatta un regalo prezioso…
Per il mio compleanno ho fatto questa canzone in collaborazione con queste case d’accoglienza “Arcobaleno” a Milano, che accolgono questi ragazzi che purtroppo vengono emarginati dalla loro famiglia di origine perché dicono che sono diversi, ma diversi sono loro, nemmeno gli animali abbandonano i loro cuccioli. In questo video una madre dice al figlio, che si dichiara gay, che non sbaglia ad amare un’altra persona, che non siamo nati per odiare ma per amare. A me è sembrato un messaggio bellissimo, si vedono questi ragazzi e dagli sguardi si capisce tutto il dolore che hanno provato.

Il Mondo nelle nostre mani
Fra trent'anni nei mari più plastica che pesci

Allarme Wwf: "L'inquinamento ha superato il limite planetario". Monito dell'Onu: "Tutelare l'ambiente significa salvaguardare la salute"
Bienne, 5 Giugno 2023 - C'è un solo materiale prodotto dall'uomo che possiamo trovare ovunque nel mondo: nei suoli, nei fiumi, nell'aria, nel cibo. Se da un lato la plastica porta benefici all'umanità, dall'altro, il suo impatto su ogni essere vivente e habitat è sempre più devastante. I danni per specie e salute umana sono (quasi) irreversibili. Lo denuncia il WWF che in occasione della Giornata mondiale dell'ambiente pubblica il nuovo rapporto dal titolo "Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire" e chiede al governo di andare oltre il riciclo dei soli imballaggi e di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo allo scopo di far crescere l'economia circolare come valore condiviso.
Come si legge nella nota del WWF, la plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente, coordinata e integrata, coinvolgendo tutti gli attori (dalle istituzioni, alle aziende, fino alle persone e alle città in cui vivono) e agendo in tutte le fasi - dalla sua produzione, al suo impiego e fino allo smaltimento. Il rapporto conferma che l'Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori del Mediterraneo, contribuendo all'inquinamento soprattutto in qualità di secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa. Per il WWF non è più sostenibile attuare un piano di riciclo limitato agli imballaggi e chiede al governo di estendere la raccolta differenziata a tutti i prodotti in plastica di largo consumo affinché si trasformino in nuovi oggetti, facendo crescere l'economia circolare come valore condiviso.
I danni provocati dalla plastica
Sono innumerevoli e significativi i danni causati da ogni fase del ciclo di vita della plastica, dalla produzione all'utilizzo fino allo smaltimento, si legge ancora nel rapporto WWF. A fronte di una produzione in costante crescita, infatti, lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale. Il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell'ambiente marino e altrettanti nell'ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso. Inoltre, attualmente, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.
Una contaminazione globale, diffusa e persistente di ogni ambiente naturale (mari, fiumi, laghi, terra e aria), come afferma il WWF, tanto che l'inquinamento da plastica in Natura ha superato il "limite planetario" (Planetary boundary), oltre il quale non c'è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.
La "fine" dei prodotti non riciclabili
Ma che fine fanno i prodotti in plastica che non possono essere riciclati perché non sono imballaggi, come previsto dalla normativa vigente? Sedie e arredamenti in plastica, penne e pennarelli, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne e spugnette, bacinelle e ciotole, gonfiabili e palloni, utensili da cucina e guanti, scarpe e ciabatte... Siamo circondati da prodotti che, una volta che smettiamo di utilizzare perché rotti o obsoleti, non possono essere riciclati perché la regolamentazione attuale non lo prevede e quindi finiscono in discarica o a recupero energetico. Per fare un esempio, in Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti.
Altri esempi: se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 kg di plastica riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad 1 kg di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell'acqua; con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 g di plastica riciclata, l'equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche. È evidente che se aumentassimo il riciclo rendendolo più efficiente e riciclando più tipologie di prodotti oltre agli imballaggi, potremmo dare vita a molte più cose con la plastica riciclata, risparmiando molta più materia prima e molte più emissioni di CO2.
Senza un miglioramento nella gestione della plastica e dei suoi rifiuti, entro il 2050 la quantità totale di plastica prodotta si è calcolato che potrebbe triplicare, con conseguente aumento dell'immissione di rifiuti di plastica nell'ambiente: 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire negli ambienti naturali. Se accadrà, tra 30 anni nel mare ci potrebbero essere più plastiche che pesci, si legge ancora nel rapporto.
Tumore al polmone, molecola riduce del 40% il rischio di morte

Solo nel 2020, ci sono stati più di 2,2 milioni di nuovi casi e 1,8 milioni di morti nel mondo per questo tipo di carcinoma
Bienne, 3 Giugno 2023 - Nel tumore del polmone in stadio precoce, l'immunoterapia con la molecola pembrolizumab, prima e dopo l'intervento chirurgico, migliora la sopravvivenza e riduce del 42% il rischio di recidiva, progressione o morte. Lo dimostrano i risultati positivi dello studio di fase 3 su 797 pazienti Keynote-671, presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco). Lo studio verrà pubblicato contemporaneamente sul New England Journal of Medicine.
I ricercatori hanno dunque valutato pembrolizumab come regime di trattamento perioperatorio, che comprende il trattamento prima dell'intervento chirurgico (neoadiuvante) e dopo la chirurgia (adiuvante), per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Al follow-up di 25,2 mesi, pembrolizumab neoadiuvante più chemioterapia seguito da resezione e pembrolizumab adiuvante come agente singolo hanno migliorato significativamente la sopravvivenza riducendo il rischio di recidiva, progressione o morte del 42%.
Il carcinoma polmonare è la principale causa di morte per cancro in tutto il mondo. Solo nel 2020, ci sono stati più di 2,2 milioni di nuovi casi e 1,8 milioni di morti per tumore del polmone a livello globale. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule è il tipo più comune di carcinoma polmonare, rappresentando circa l'81% di tutti i casi.

Libri da leggere almeno una volta nella vita
Traditori
di Paolo Borrometi

Editore Solferino
Bienne, 23 Maggio 2023 - Perché tante stragi e delitti in Italia rimangono impuniti? La ricerca della verità è un percorso a ostacoli e in troppi casi, prima ancora di cercare i colpevoli, si è messa in dubbio la credibilità di chi accusava. È accaduto a Giovanni Falcone quando si disse che la bomba dell’Addaura l’aveva piazzata lui stesso e a Paolo Borsellino la cui agenda rossa, misteriosamente scomparsa, sarebbe stata un «parasole». Don Diana? «Era un camorrista.» Peppino Impastato? «Un terrorista.» La lista dei nomi infangati per distrarre l’attenzione dai delitti è lunga. E la strategia ha un preciso nome in gergo, «mascariamento».
Per comprenderne i drammatici effetti, Paolo Borrometi ci accompagna in un viaggio nella storia d’Italia in cui denuncia i traditori, i criminali che mirano a creare confusione nel Paese per raggiungere i propri interessi illegittimi. A discapito della verità. Un reportage giornalistico tra anomalie, depistaggi e buchi neri che parte dallo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943 per arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci e Via d’Amelio, fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Una storia, alternativa e potente, del lato oscuro del Paese.

Primopiano
Papa Francesco ricoverato al Gemelli, sarà operato all'addome

'La degenza presso la struttura sanitaria durerà diversi giorni'
Bienne, 7 Giugno 2023 -Papa Francesco è arrivato al policlinico Gemelli, entrando dall'ingresso principale, salutato da una piccola folla di giornalisti e curiosi. Il Pontefice al "termine dell'udienza generale - ha detto in una comunicazione ai giornalisti il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni - al Policlinico Universitario Gemelli dove nel primo pomeriggio sarà sottoposto in anestesia generale ad un intervento chirurgico di Laparotomia e plastica della parete addominale con protesi".
"L'operazione, concertata nei giorni scorsi dall'equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti. La degenza presso la struttura sanitaria durerà diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale".
- A chi è solo, a chi soffre, ai malati, agli emarginati, ai dimenticati, ai discriminati, a tutte quelle persone che non vediamo.
- A chi ha lottato per tutta la vita contro la sorte ed oggi lotta contro l’indifferenza.
- A chi ha perso il treno giusto e la vita non gli ha concesso una seconda possibilità.
- A chi non ha nessun posto dove andare, nessuno da abbracciare e nessuno con cui parlare.
- A chi chiude la porta al mondo e in silenzio piange la sua solitudine, sperando solo che tutto passi in fretta. Perché vedere gli altri felici fa male, quando sai che anche tu meriteresti un briciolo di felicità.
- Chi si ricorderà di queste persone, con un gesto, una parola, un abbraccio o un invito a sorpresa accenderà la luce nei loro occhi.
- Chi crede alla famiglia ha il dovere di pensare anche a chi non ha famiglia
- Che possano trovare un po' di calore umano tra le braccia di chi l'incontra lungo la strada chiamata vita!
Rassegna stampa
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